Investire sul cambio valutario comporta uno dei rischi maggiori che si possano immaginare.
Ognuno di noi ha un diverso concetto di rischio. Vediamola così: possiamo considerare rischioso il fatto che, in un giorno qualsiasi, tornate tranquillamente a casa da lavoro e scoprite per caso che avete il 20% di denaro in meno?
Se siamo d’accordo su questa definizione di rischio, andiamo ad esaminare i due casi più eclatanti delle ultime settimane: il Franco Svizzero e la Corona Svedese.
Il Franco Svizzero: quando il pavimento cede
Il cambio tra Euro e Franco Svizzero (CHF) era una bomba ad orologeria già innescata da tempo.
A Settembre 2011, la Banca Centrale Svizzera ha annunciato che avrebbe difeso il cambio EUR/CHF, in modo tale che non scendesse mai sotto la quota di 1,20.
Di fatto fu fissato un floor (pavimento) per evitare che il Franco Svizzero si apprezzasse troppo rispetto all’Euro.
Praticamente si decise che la Banca Centrale Svizzera avrebbe acquistato Euro all’infinito, in modo da sostenerne il valore nei confronti della propria valuta locale.
Per i fanatici del Forex questa situazione era una manna dal cielo: ogni volta che il cambio arrivava a 1,20 si poteva scommettere tranquillamente sul fatto che prima o poi questo rapporto sarebbe aumentato.
Ma tutto, si sapeva, doveva tornare alla normalità: per assurdo la Svizzera si era ritrovata con una scorta di Euro superiore a certi paesi che avevano l’Euro come moneta locale!
Accade così che un bel giorno, il 15 gennaio 2015, il pavimento cede: la Svizzera decide di liberare il franco e portarlo alla sua quotazione realistica (quella decisa dal mercato ovviamente).
Nel giro di qualche minuto il cambio crolla: partendo da 1,20 , chiude a fine giornata intorno a 1 (era arrivato anche a 0,8)
Le conseguenze sono pesantissime: banalmente chi veniva pagato in euro e vive in Svizzera ha perso il 20% del suo potere d’acquisto.
Chiaramente, l’altra faccia della medaglia è che i possessori di Franchi Svizzeri che spendono in euro hanno avuto un bellissimo regalo di Natale posticipato di un paio di settimane.
L’importante è trovarsi dalla parte giusta (dicono che la Banca Svizzera abbia intenzione di bloccare nuovamente il cambio tra 1,05 e 1,10: stavolta sapete prima cosa potrà succedere).
Corone (di spine) Svedesi
La Svezia ormai era di moda: erano molti i siti specializzati che fino ad alcuni giorni fa consigliavano di investire in Corone Svedesi (SEK). Probabilmente anche la vostra banca lo avrà suggerito.
Il concetto era semplice: l’area Euro, per effetto del quantitative easing, vedrà deprezzare la propria moneta. E’ bene quindi investire in paesi che non intendono seguire la stessa strategia, non intendono abbassare ulterioremente i tassi e vogliono mantenere il valore della propria moneta.
Tra tutti gli stati del mondo, gli Europei hanno cominciato a guardare alla Svezia come ad un porto sicuro per investire i propri risparmi.
Il ragionamento è giustissimo, ma forse un po più ingiusto è il prossimo grafico:
Accade che, il 12 febbraio 2015, anche la Svezia decide di varare il suo Quantitative Easing, senza avvisare prima nessuno. E visto che la sorpresa va fatta come si deve, anche il suo tasso chiave di interesse viene portato a -0,10% (negativo, esatto).
Il danno non è stato terrificante (-2%, ma concentrato in pochissimi minuti), ma tanto quanto basta per spaventare i poveri risparmiatori che hanno comprato Corone Svedesi a cuor leggero nei giorni scorsi.
Coloro che avevano comprato nei giorni dopo l’annuncio del QE, stanno in realtà perdendo un po di più (3%).
Attenti al Forex
I nostalgici ricorderanno la poderosa caduta del cambio GBP/USD: in quel periodo saltarono quasi tutti i sistemi automatizzati di trading sul Forex, perchè la caduta fu prolungata (durò alcuni mesi) e il cambio crollò da 2 a 1,40 circa.
C’è sempre un momento in cui si rimane scottati e bisogna avere paura proprio quando tutti vi dicono che un investimento è sicuro (vedi Corone Svedesi).
Investimenti più tranquilli esistono, ma cercateli in altre forme.
Se siete convinti, possiamo approfondire l’investimento in valuta estera.