Obbligazioni: la cedola non è tutto

Nella stima del rendimento di una obbligazioni, occorre tenere conto sia delle cedole che del valore di vendita rispetto all'acquisto. Come comportarsi?

La cedola, per molti investitori, ha quasi un fascino irresistibile. Molti prediligono investimenti che riconoscano cedole (parliamo in primis di obbligazioni), perchè fa comodo avere un piccolo flusso di denaro in entrata, periodico nel tempo.

Abbiamo notato però un piccolo particolare: dalle molte mail che ci scrivete, con richieste di chiarimento e dubbi, abbiamo notato che c’è una buona fetta di investitori che crede che il rendimento della cedola corrisponda poi al rendimento effettivo di tutta l’operazione di acquisto di obbligazioni.

La cedola è solo una parte del rendimento: non dimentichiamo però la differenza di prezzo tra prezzo di acquisto e di vendita!

Esempi numerici

L’importante è farsi una idea, a livello generale, di come calcolare rapidamente il rendimento di una obbligazione. Non servono calcoli matematici precisissimi, ma semplicemente metodi rapidi per confrontare i rendimenti di obbligazioni a confronto.

Supponiamo che entrambe le seguenti obbligazioni vengano vendute dopo 2 anni.

Esempio 1:

  • Prezzo di acquisto: 100
  • Prezzo di vendita: 100
  • 4 cedole semestrali con un rendimento pari all’1% ciascuna

Esempio 2:

  • Prezzo di acquisto: 100
  • Prezzo di vendita: 96
  • 4 cedole semestrali con un rendimento pari al 2% ciascuna

Le due obbligazioni hanno rendimenti uguali, anche se le cedole della seconda sono doppie rispetto alla prima.

In entrambi i casi, il rendimento è pari al 4% in 2 anni.

Nell’esempio 1, infatti, si guadagna un 1% ogni 6 mesi. Nell’esempio 2, si guadagna un 2% ogni 6 mesi, ma poi si perde il 4% al momento della vendita. Il saldo è quindi sempre un +4%.

Se il prezzo di vendita fosse stato superiore a quello di acquisto, il rendimento complessivo sarebbe stato superiore a quello delle cedole.

Valutare correttamente le cedole

Appurato che occorre anche considerare la differenza di prezzo di vendita e acquisto, a volte non è nemmeno immediato valutare il solo rendimento proveniente dalle cedole.

Spesso, nel foglio informativo a corredo di ogni obbligazione, viene indicato il rendimento cedolare annuo.

Ciò significa che, se una obbligazione stacca ad esempio 4 cedole annuali, il rendimento di ciascuna cedola sarà ovviamente pari al rendimento annuale diviso 4. Fate quindi il conto esatto di quante cedole avrete, e il rendimento esatto ne scaturisce di conseguenza.

E se le cedole fossero variabili? In tal caso, a priori, non si potrebbe conoscere il rendimento complessivo del rendimento cedolare.

Non è inusuale infatti che le cedole siano legate ad un altro parametro di riferimento (es. Euribor) con eventuale aggiunta di una quota fissa (spread). In tal caso ogni cedola verrebbe calcolata in base a questo parametro di riferimento, rilevato ad una data prestabilita.

Tassazione

I proventi derivanti dalle cedole sono tassati come qualsiasi altro utile: attualmente al 26% (12,5% per i Titoli di Stato).

Tenetene quindi conto nei vostri calcoli.

Volendo tornare agli esempi precedenti, sempre in tema di tassazioni, esiste però una differenza fondamentale. Il secondo esempio ha lo stesso rendimento del primo, ma implica una minusvalenza, dovuta al saldo negativo tra prezzo di vendita e di acquisto. Questa minusvalenza può essere compensata con utili futuri, regalando così un piccolo sconto sulla successiva operazione in utile.

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