Ragionando in maniera semplicistica, si è portati a pensare che l’investimento obbligazionario sia un modo sicuro di investire il proprio denaro.

Storicamente, soprattutto noi italiani, siamo stati un popolo fedelissimo ai Titoli di Stato, quando nei decenni scorsi si strappavano senza problemi rendimenti annuali a 2 cifre.

Volendo ottenere gli stessi rendimenti, oggi si sarebbe costretti ad acquistare obbligazioni molto rischiose (vedi Turchia oggi o Grecia tempo fa), magari anche con rischio valuta (vedi Venezuela), con il timore di veder sfumare il proprio denaro a causa di default (fallimento) dell’emittente.

Tuttavia, nelle ultime settimane, è stato proprio il debito italiano a preoccupare l’Europa e le borse mondiali, di riflesso. Chi è in possesso di Titoli di Stato Italiani, soprattutto a scadenza lontana, si è trovato a fronteggiare un corposo calo delle quotazioni. Ma cosa si rischia?

Quando si guadagna con le obbligazioni?

Volendo semplificare, nella maggior parte dei casi comprare un’obbligazione significa:

  • acquistare uno strumento finanziario ad un determinato prezzo
  • conoscere già in anticipo la somma di denaro che verrà accreditata alla scadenza, più eventuali altri accrediti periodici di cedole.

Ovviamente esistono anche obbligazioni di diverso tipo, per cui le somme future accreditate non sono note (es. obbligazioni a tasso variabile), ma, in generale è noto il meccanismo di calcolo con cui si stabiliscono cedole e somma finale da accreditare.

Questi ragionamenti, però, hanno un senso solo se vengono rispettate le seguenti due condizioni principali:

  • L’obbligazione viene mantenuta fino alla scadenza
  • L’emittente non fallisce (default)

Se le due condizioni precedenti vengono rispettate, allora le somme accreditate (cedole + rimborso finale) rispetteranno le previsioni che si erano fatte al momento dell’acquisto.

Aggiungo anche che, acquistando obbligazioni in valuta estera, pur ottenendo un guadagno teorico, tutto dipende dal tasso di cambio al momento della riscossione. Se il cambio nel frattempo ha preso la direzione per noi sbagliata, è possibile bruciare ogni guadagno e perderci.

Quando si perde con le obbligazioni?

Quando fallisce l’ente emittente, nei casi peggiori le obbligazioni non vengono rimborsate.

In altri casi, invece, vengono rimborsate ad un valore inferiore a quello previsto (è quello che, in gergo tecnico, viene chiamato haircut).

Può anche accadere che l’ente emittente decida di mantenere il valore di rimborso, spostandolo però nel tempo (in pratica viene allungata la scadenza).

Scegliendo un emittente in linea con le proprie aspettative di rischio aiuta a gestire questa tipologia di potenziale perdita. Più le obbligazioni sono lunghe, maggiore è ovviamente la probabilità di fallimento.

Per un investitore medio, è molto più frequente perdere dei soldi quando le obbligazioni vengono vendute prima della scadenza.

Nel corso della vita di una obbligazione infatti, mentre è praticamente definito il prezzo di rimborso, nulla si può sapere a priori sull’andamento delle quotazioni prima della scadenza.

Se, nel frattempo, crolla la fiducia sull’ente emittente (vedi il caso Italia, di recente) oppure semplicemente vengono ritoccati i tassi delle banche centrali, le quotazioni delle obbligazioni subiscono delle oscillazioni tanto più brusche quanto più lontana è la scadenza.

Vendere una obbligazione prima della scadenza, quindi, significa ottenere un ricavo pari al valore corrente delle quotazioni, che, può essere anche molto più basso di quello preventivato (se siete fortunati, però, può anche essere più alto).

Molti investitori conoscono questa casistica e quindi fanno attenzione al momento della vendita (salvo non essere costretti a farlo, per bisogno impellente di liquidità). Ci sono però tanti investitori che, inconsapevolmente, si ritrovano a vendere obbligazioni prima della scadenza, andando incontro ai rischi del caso.

E’ il caso di chi acquista a cuor leggero fondi o etf obbligazionari, che hanno in portafoglio obbligazioni con duration residua prestabilita.

Prendiamo un ETF come esempioiShares Euro Government Bond 7-10yr.

Questo ETF tratta obbligazioni con duration residua tra 7 e 10 anni. Quando una obbligazione si ritrova ad avere una duration inferiore a 7 anni, per regolamento dello strumento, deve essere venduta, ovviamente alla quotazione corrente.

Molti investitori, infatti, potrebbero pensare, erroneamente, che tenendo per lungo tempo questi fondi/etf è praticamente certo il guadagno, ma alla luce di quello che abbiamo appena detto, non è così.