Sono molti gli investitori che amano ricevere un flusso monetario di cedole periodiche.
Altrettanti sono gli irriducibili dei fondi di investimento.
Il fondo con cedola mette d’accordo queste due categorie di investitori, ma non sempre è tutto oro ciò che luccica. Proviamo a vedere vantaggi e svantaggi dello strumento, in modo che possiate decidere in autonomia se questa tipologia di investimento fa per voi.
Come funzionano i fondi con cedola?
Visto che parliamo di cedole, e non di dividendi, partiamo dal presupposto che parliamo soprattutto di fondi totalmente obbligazionari, o che contengono una buona parte di investimenti obbligazionari.
Sono strumenti che indicano a priori, periodicamente:
- quanto vale la cedola (in percentuale sul valore iniziale di riferimento)
- quale è la periodicità della cedola
Facciamo un esempio: il fondo Paperino dichiara che nel prossimo anno staccherà cedole pari al 4% annuo rispetto al valore corrente, e che le cedole verranno distribuite mensilmente.
Se una quota del fondo vale 1000 euro, vuol dire che, nel prossimo anno, le cedole mensili varranno globalmente 40 euro. In pratica viene distribuita una cedola mensile pari a:
(1000 x 4%) / 12 = 3,33
Se gli stacchi fossero stati trimestrali, sempre contando un 4% globale annuo, le cedole sarebbero 4 da 10 euro.
Le cedole vengono accreditate direttamente sul conto corrente.
Quali sono i vantaggi?
Se desiderate avere un flusso di cassa in entrata certo e continuo, sicuramente questo prodotto è interessante.
Il metodo classico consiste nell’acquisto di obbligazioni che staccano una cedola, ma, se si vuole diversificare comprando più titoli, non sempre il capitale a disposizione è sufficiente, visti i tagli minimi di ogni obbligazione.
Con un fondo, invece, si possono acquistare panieri di obbligazioni e, nel caso di fondi bilanciati o dinamici, si diversifica anche a livello di tipologia di investimento, perchè possono essere presenti quote di azionario.
Aspetti negativi
L’incognita fondamentale è il valore della quota del fondo.
Se un fondo dichiare di distribuire un 4% annuo, ciò significa che, indipendentemente dalle quotazioni di mercato, la cedola sarà quella dichiarata.
Con un esempio è tutto più chiaro: compro oggi 1000 euro del fondo Paperino di cui sopra. Consideriamo per comodità che la cedola sia pari al 4%, ma pagata interamente a fine anno.
Se a fine anno il fondo varrà 980 (quindi le quotazioni sono scese del 2%), comunque per regolamento la cedola concordata dovrà essere staccata e il valore delle mie quote scenderà di 40 euro, che mi saranno accreditati.
Mi ritroverò quindi con 40 euro sul conto, che verranno tassati al 26%, e con un valore di quote pari a 940 euro (-6% rispetto a inizio anno).
In pratica, ho pagato le tasse su una parte delle quote che non era un vero guadagno.
Se le obbligazioni presenti nel fondo hanno una resa cedolare inferiore di quella promessa dal fondo, è molto probabile che accada una situazione del genere.
Nel momento in cui venderete le quote del fondo, in ogni caso, venderete al valore corrente, che può essere inferiore a quello di acquisto. Un pò come vendere una obbligazione prima della scadenza: il valore delle quotazioni non è prevedibile a priori. Questa situazione, ovviamente, è generale e vale anche per i fondi senza cedola.