Quando acquistate una obbligazione, cosa è che vi interessa? Il rendimento o le quotazioni?
Potrebbe sembrare una domanda stupida, perchè come molti già sanno e come vedremo, quotazioni e rendimenti sono legati tra loro, ma dietro questo quesito si nasconde uno scenario che forse alcuni non conoscono.
Parliamo di obbligazioni in generale, con o senza cedola: per bontà di calcolo non consideriamo obbligazioni a cedola variabile o a rimborso indefinito a priori, ma comunque tutti i ragionamenti possono essere estesi alle casistiche più generali.
La quasi totalità di voi risponderà che è importante il rendimento (e non ha torto), ma proviamo a raccontare alcuni scenari possibili (e reali).
Raccontiamo la storia di Luca e Antonio.
Luca è un cassettista convinto. Luca, quando compra azioni, le tiene in portafoglio per un lunghissimo periodo. Quando invece compra obbligazioni, le mantiene fino alla scadenza.
Antonio è invece un trader. Lui compra e vende cercando di guadagnare dalla differenza di prezzo. Fa lo stesso anche con le obbligazioni, che raramente porta fino a scadenza.
Oggi Luca e Antonio hanno deciso di acquistare Titoli di Stato spagnoli, della durata residua di 6 anni. Come si comporteranno? Cosa studieranno prima dell’acquisto?
Il legame tra rendimento e quotazioni
Prima di raccontare le avventure di Luca e Antonio, facciamo un piccolo preambolo per capire che legame c’è tra rendimento e quotazioni, in modo tale da capire bene come interpretare le valutazioni obbligazionarie.
Non vi offendete se usiamo calcoli super-semplificati, ma l’importante è il concetto: in ogni caso, questi ragionamenti sono quelli che spesso veramente si fanno. Volutamente non consideriamo l’interesse composto, ma fidatevi, poco cambia per i calcoli di nostro interesse.
Prendiamo l’esempio indicato prima: un Titolo di Stato spagnolo, con durata residua di 6 anni. Con le quotazioni di questo periodo, un titolo del genere garantisce un 1% lordo annuo.
Supponiamo che tale Titolo di Stato rimborsi a 100, senza distribuire cedole.
Se rende l’1% e se la durata residua fosse di un solo anno, oggi la sua quotazione sarebbe pari a circa 99.
Poichè mancano 6 anni alla scadenza, indicativamente il titolo renderà un 6% complessivo, quindi oggi varrà circa 94.
Ricapitolando: quotazione pari a 94, rendimento pari a 6% complessivo
Facciamo un passo avanti: come mai la Spagna riconosce un 1% annuo?
Questo valore è il frutto dell’equilibrio del mercato: vista la situazione economico-politica della Spagna in particolare e dell’economia mondiale in generale, le borse ritengono che l’1% sia un valore onesto.
Tale rendimento può variare però se cambiano le condizioni al contorno. In particolare:
- Se variano i tassi delle banche centrali. Se la BCE in primis, o anche la FED, variano i tassi base, tutti i rendimenti delle altre obbligazioni si ri-adattano.
- Se cambia il rischio emittente. Se, nel nostro esempio, la Spagna dovesse ritrovarsi in difficoltà economiche, il mercato esigerebbe un maggiore rendimento, a fronte di un rischio superiore.
Cosa accadrebbe se domani le banche centrali decidessero di alzare i tassi di riferimento di 0,5%? Di sicuro, come minimo, anche il rendimento dei titoli spagnoli salirebbe di pari valore, portandosi a 1,5%.
1,5% per 6 anni, significa 9%. Per poter garantire questo rendimento, la quotazione del nostro titolo di esempio scenderebbe a 91.
Nuova situazione: quotazione pari a 91, rendimento pari a 9% complessivo
La variazione di quotazione è proporzionale alla durata residua: più è lontana la data di rimborso, maggiore sarà l’oscillazione della quotazione.
Se, ad esempio, il rendimento fosse sceso allo 0,5% annuo, la quotazione del nostro titolo sarebbe stata di 97 (avrebbe infatti garantito un 3% complessivo in 6 anni).
Chi guarda il rendimento?
Luca, il cassettista, dovrebbe essere interessato al solo rendimento.
A Luca non interessano le oscillazioni delle quotazioni dovute alle notizie e ai rumors di mercato. Non gli interessa nemmeno se le banche centrali decidono di variare i tassi.
A Luca interessa solo una cosa: che la Spagna non fallisca entro i prossimi 6 anni.
Se ciò non accade, Luca, che oggi ha comprato il titolo di stato a 94, sa che riceverà un rimborso di 100 tra 6 anni. Ha guadagnato, come previsto, il 6%.
Moltissimi risparmiatori fanno il ragionamento di Luca e, se reputano il rendimento soddisfacente, consapevoli del rischio emittente più o meno elevato, tengono le obbligazioni fino a scadenza.
Tanto poi, se servono i soldi, posso venderle prima della scadenza……..
Eh no! Qui casca l’asino! Se vendete prima della scadenza allora dovete anche guardare la quotazione, perchè il prezzo a cui venderete sarà quello corrente! Se non siete sicuri di tenere le obbligazioni fino a scadenza, allora è meglio leggere cosa fa Antonio.
Chi guarda le quotazioni?
Antonio sa che difficilmente aspetterà la scadenza del titolo, quindi deve interessarsi anche delle quotazioni.
Ha comprato a 94. Sa che, di questi tempi, c’è una simpatica signora oltre l’Oceano, di nome Janet Yellen, che sta pensando seriamente di alzare i tassi di riferimento statunitensi.
Sa che, non appena la FED (Banca Centrale USA) alzerà i tassi o dichiarerà apertamente di volerlo fare, ci saranno ripercussioni anche sulle quotazioni dei suoi titoli spagnoli, che probabilmente scenderanno.
Antonio è tuttavia consapevole del rischio e vuole giocarsela. In cosa spera Antonio? Spera che i Titoli di Stato si muovano sull’onda dei vari rumors e sfrutta il fatto che, in fondo, la Banca Centrale Europea sta proseguendo nei suoi acquisti mensili.
Antonio spera che il rendimento del titolo, ora pari all’1% annuo, si riduca anche solo leggermente, in breve tempo, sull’onda di una notizia positiva. Ad esempio, gli basta che il rendimento cali dello 0,2% annuo perchè le quotazioni crescano dell’1,2% (0,2% moltiplicato per 6 anni). A quel punto lui venderebbe subito.
Supponiamo invece che vada male: a fronte di notizie negative, i rendimenti salgono, e quindi le quotazioni scendono. Antonio può aspettare tempi migliori (anche fino alla scadenza), oppure deve rassegnarsi a vendere in perdita o con un guadagno risicatissimo che non copre le spese di commissione bancaria.
La strategia dei trader dovrebbe far chiarezza su uno dei misteri economici di questi tempi: Chi compra le obbligazioni a rendimento negativo?
E’ Antonio! Lui sicuramente non guarda al rendimento, quindi poco importa che sia negativo. Si gioca solo sul differenziale di prezzo.
Questo gioco è comunque pericoloso per i meno esperti. Chiaramente, per sperare in oscillazioni di prezzo maggiori, occorre puntare su Titoli di Stato (obbligazioni in generale) che abbiano scadenza medio-lunga e relative ad emittenti meno stabili (che possano essere destabilizzati da notizie e rumors negativi).