Quando conviene proteggersi dal rischio cambio?

Conviene sempre proteggere dal rischio cambio i tuoi investimenti? Oppure ci sono casi in cui puoi fare a meno della copertura valutaria?

To hedge, or not to hedge: that is the question“.

Forse oggi così direbbe Shakespeare, se fosse ancora tra noi, e se fosse appassionato di investimenti.

To hedge“: per chi mastica l’inglese, è il termine tecnico utilizzato quando si parla di neutralizzare il rischio di cambio valutario.

Ma vale la pena proteggersi sempre da questo rischio, oppure ci sono casi in cui la statistica ci dice che va bene anche ignorare questa copertura?

Conoscere il rischio cambio

Prima di capire se devi proteggerti o meno, è importante che tu sappia cosa è il rischio cambio.

Immagina di voler comprare azioni sul mercato americano. Per fare questo, dovrai ovviamente procurarti dei dollari, perchè le azioni americane scambiano in valuta statunitense (USD = US Dollar).

Per questo motivo prendi i tuoi euro e li cambi in dollari. Supponiamo che, ogni 10 euro, ti vengano dati 12 dollari.

Tu compri le tue azioni e, prima o poi, le venderai per trarne profitto (si spera). Adesso tocca scambiare nuovamente i dollari in euro, ma è qui che può scattare l’amara sorpresa.

Se il dollaro nel frattempo si è indebolito rispetto all’euro, tu ci perderai dalle operazioni di cambio.

Supponiamo, per esempio, che ora il cambio sia 10 euro = 15 dollari (come vedi, visto che il dollaro si è indebolito, ora ci vogliono più dollari per racimolare la stessa quantità in euro di prima). Ciò significa che, se prima con 10 euro avevi ottenuto 12 dollari, adesso con gli stessi 12 dollari otterrai solo 8 euro.

Questa perdita può incidere pesantemente sull’esito del tuo investimento. In pratica, devi sperare che gli strumenti acquistati si apprezzino in maniera tale da tamponare per lo meno un eventuale deprezzamento della moneta.

Ovviamente può andarti anche bene. Se il dollaro nel frattempo si rafforza nei confronti dell’euro, tu avrai un guadagno dal solo differenziale del tasso di conversione valutaria.

Gli strumenti per proteggerti

In generale, se non vuoi correre rischi, esistono delle modalità per proteggerti.

Il modo più semplice è quello di comprare strumenti “hedged“, ovvero protetti dal rischio cambio. Li riconosci perchè hanno questa parola (o l’abbreviazione “hdg“) nel loro nome.

Esempio:

  • Ishares Core S&P 500 Ucits Etf Usd Acc
  • Ishares S&P 500 Eur Hedged Ucits Etf Acc

Questi due ETF replicano entrambi l’indice americano S&P 500, ma il secondo è “Eur Hedged”, ovvero è coperto in modo da neutralizzare (in positivo o negativo) le oscillazioni valutarie nei confronti dell’Euro.

Quanto renderebbe l’investimento in questi strumenti, se, ad esempio, l’indice S&P 500 si apprezza del 5%?

Tralasciando i costi minimi di gestione dell’ETF, la situazione sarebbe questa:

  • L’ETF non coperto dal rischio cambio renderebbe il 5% in dollari. Ma per te che lo tratti in euro, tutto dipende dal cambio corrente. Potrà valere di più o di meno (anche di parecchio)
  • L’ETF coperto dal rischio cambio renderebbe il 5%, ma andrebbe sottratto il costo della copertura (che viene attuata tramite l’acquisto di strumenti derivati). Il costo della copertura è funzione del differenziale di cambio e dei tassi di interesse delle banche centrali. Oggi può costare anche il 2% nel caso EUR/USD. In sintesi, quindi, l’ETF renderebbe il 3%.

Fai attenzione, perchè gli ETF su borsa italiana sono tutti quotati in EUR, ma ciò non significa che siano protetti dal cambio. Quelli non “hedged” sono quotati in EUR e, in tempo reale, vengono adattati al tasso di cambio corrente.

La strategia fondamentale per limitare i danni

Hai già capito che il rischio cambio è come un rumore di fondo che si insinua nel tuo investimento.

Di fatto, aggiunge ulteriore volatilità (o oscillazioni, se preferisci) alle quotazioni dei tuoi ETF / Azioni / Obbligazioni.

Ci hanno insegnato fin da bambini, che il Piano di Accumulo (o PAC, che sembra veramente un nome che può piacere a un bambino) è un’ottima strategia per limitare i danni dovuti alle oscillazioni delle quotazioni sul lungo termine.

Sarai già a metà dell’opera (di protezione) se:

  • Effettuerai acquisti periodici, anche quando le quotazioni scendono (vedi PAC)
  • Ragioni sul lungo termine (obbligatoriamente se investi nell’azionario)

Il rischio cambio nel mercato azionario

Sei un temerario e un fan assoluto dell’abbronzatura integrale senza protezione? Allora perchè temere il rischio cambio proprio nel mercato azionario che, già di suo, è oscillante e volatile al punto giusto?

Sempre nell’ipotesi del PAC e del lungo termine (se serve ricordarlo, fattelo tatuare in modo che tu lo veda mentre ti abbronzi), il mercato azionario sul lungo termine tende quasi ad “assorbire” le oscillazioni dovute al cambio valutario.

Statisticamente, accade anche che tali movimenti (delle quotazioni e del cambio) si compensino in quanto di verso opposto.

Pensa ad un piccola società americana, che vive di export e vende merce in tutto il mondo. Se il dollaro si deprezza, magari riesce a vendere molta più merce all’estero (ai possessori di monete “forti”). In tal caso ne gioverebbero i suoi bilanci, con possibile salita delle quotazioni in borsa.

Se non sei convinto e tranquillo, vai comunque di protezione 50 e vedrai che non ti scotti nemmeno sotto il sole più cocente.

Il rischio cambio nel mercato obbligazionario

Diverso il discorso del mercato obbligazionario. Qui ci sono casi in cui la volatilità naturale dello strumento è talmente bassa, che sarebbe un peccato vedersi rovinare tutto da una brusca oscillazione del cambio valutario.

In linea di massima, quindi, potrebbe essere preferibile investire sull’obbligazionario con copertura valutaria.

Fai comunque attenzione perchè i rendimenti risicati di tante obbligazioni (specialmente quelle a rating elevato, ultra sicuro) potranno essere annullati dal costo della copertura valutaria.

Se invece ti vuoi lanciare in ETF obbligazionari con volatilità importante, valgono gli stessi discorsi del mondo azionario. L’alta volatilità potrebbe compensare, nel lungo termine, le oscillazioni del tasso di cambio (e quindi potresti di nuovo rischiare la tintarella integrale senza crema).

Quali sono gli ETF obbligazionari ad alta volatilità? Di solito questi:

  • ETF obbligazionari corporate, soprattutto high yield (ovvero con rating basso)
  • ETF obbligazionari con duration residua elevata (es. un paniere di obbligazioni con scadenza residua dai 7-10 anni in sù)

Il rischio cambio in base alla durata dell’investimento

Sai già a memoria che, sul lungo periodo, il PAC ti proteggerà.

Se hai in mente un investimento nel breve periodo, soprattutto esposto su valute molto volatili (es. valute di paesi emergenti), allora pensa seriamente alla protezione del cambio valutario.

E’ vero che si tratta di un periodo di tempo breve, ma il tasso di cambio è imprevedibile. Vuoi qualche esempio reale, di vita vissuta, da raccontare al tuo prossimo aperitivo in compagnia dei migliori traders sul forex? Bene, ti consiglio la lettura di questo articolo.

Il rischio cambio in base alle valute da coprire

Più che altro, in base al NUMERO di valute da coprire.

Se hai intenzione di investire (sempre con PAC sul lungo termine, l’ho già detto?) su uno strumento molto variegato a livello valutario, allora forse la copertura non è conveniente.

Se, per esempio, compri un ETF World, allora servirebbe la copertura verso un gran numero di valute.

Il costo della copertura sarebbe elevato quando, molto probabilmente, gli andamenti delle diverse valute saranno decorrelati tra loro. In pratica il rischio, sul lungo termine, si annullerebbe da solo perchè, statisticamente, ci sarebbero valute che si apprezzano e altre che si deprezzano.

Ma anche in questo caso, se non ti senti sicuro, porta con te la protezione, specialmente se vai al mare nelle ore più calde (e tranquillo che, prima o poi, anche sui mercati torneranno le ore caldissime!).

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