Studia le statistiche. Attento alle statistiche

Quando scegli di acquistare uno strumento finanziario, sicuramente guardi le statistiche passate e i rendimenti storici. Tutto giusto, ma fai attenzione!

Quando hai in mente di investire in un particolare strumento, è ovvio che un’occhiata ai rendimenti storici la dai.

Possono scriverci mille volte, in grassetto, grande quanto vogliono, che “i rendimenti passati non sono garanzia di quelli futuri“, ma a noi frega nulla: i dati storici li guardiamo. E’ umano e comprensibile.

E non è nemmeno sbagliato. Grazie a questa indagine sul passato si scopre che i maggiori indici azionari mondiali (S&P 500 e MSCI World in primis) sono come pervasi da una forza di fondo che, nonostante lo scoppio delle varie bolle e delle crisi internazionali, regala da tempo immemore un rendimento medio del 6-7% reale, annualizzato.

Questa è sicuramente una bella notizia, ma fai comunque attenzione, perchè le statistiche possono essere rappresentate in modo tale da non far venire fuori il marcio che c’è. E di questi tempi, per colpa di un ultimo decennio memorabile in termini di rendimento azionario, queste statistiche sembrano tutte particolarmente belle.

La storia si ripete, ma forse non come pensi tu

C’è chi la chiama Legge di Murphy, chi la chiama sfiga, ma sembra che accada molto spesso: quando quel meraviglioso fondo/etf, dopo anni di vacche grasse, comincia a perdere proprio quando lo compri tu.

Per spiegarti meglio cosa intendo, ti chiedo un attimo di seguirmi indietro nel tempo e di nasconderti dietro un cespuglio, nei pressi dell’ingresso di un castello tipico medievale.

Sei una spia, travestito da mercante, e devi a tutti i costi entrare nel castello. Sai che, per avere accesso, devi rispondere ad una sorta di indovinello che ti verrà posto dal guardiano all’ingresso. Se indovini, è fatta, altrimenti vieni fucilato.

Sei nascosto dietro ad un cespuglio ed osservi l’ingresso degli altri mercanti, che conoscono la logica della parola d’ordine da riferire al guardiano. Vediamo se riusciamo a scoprirla.

Arriva un mercante:
La guardia dice 6
Il mercante risponde 3
Risposta esatta, può entrare

Altro ingresso:
La guardia dice 8
Il mercante risponde 4
Risposta esatta.

Di nuovo:
La guardia dice 10
Il mercante risponde 5
Risposta esatta, anche lui può entrare.

Altro ingresso:
La guardia dice 12
Il mercante risponde 6
Risposta esatta.

Sembra facile. Bella questa serie storica! Basta dire un numero pari alla metà di quello che dice la guardia.

Tocca a te
La guardia dice 14
Tu rispondi 7
Risposta sbagliata! La guardia è già pronta con il fucile, sbrigati, torniamo a noi, poi alla soluzione dell’indovinello si pensa dopo.

Cosa è successo? E’ successo che il tuo modello, ipotizzato guardando le serie storiche, non funziona! Eppure era stato sempre impeccabile in passato. Il tuo investimento non rende quello che ti aspettavi.

Questa storiella è la banalizzazione del concetto di overfitting. In pratica i dati su cui fai i tuoi test e le tue considerazioni ti hanno indotto a pensare ad un modello che in realtà non è universale. Questo perchè, per quanto lunga possa essere la serie storica, esistono diversi modelli che possono adattarsi ad una serie finita di dati. E purtroppo non tutti si riveleranno giusti nel futuro.

Gli ultimi 10 anni

Nella maggior parte dei documenti informativi, la serie storica massima presa in considerazione è quella relativa agli ultimi 10 anni.

Ebbene, 10 anni fa, nel 2009 più o meno di questi tempi, la maggior parte degli indici azionari mondiali, globali, ad elevata capitalizzazione toccava un punto minimo delle quotazioni.

L’indice S&P 500 è quadruplicato da allora.

Ciò significa che, con molta probabilità, se avessi creato il tuo fondo, scegliendo a caso 20-30 società dell’S&P 500, avresti realizzato rendimenti da paura e magari avresti anche sovra-performato l’indice intero.

E potresti ora presentare il tuo strabiliante rendimento degli ultimi 10 anni. Ma sapresti fare lo stesso per i prossimi 10 anni? Chi lo sa.

I tempi passati

Quindi vogliamo, per sicurezza, andare ancora più indietro nel tempo?

Senza esagerare, perchè se finiamo nel Medioevo ho come l’impressione che ci stiano ancora cercando in zona castello, ma guardando a 20-30 anni fa e poco più, noteremmo che l’obbligazionario a breve termine rendeva offriva rendimenti a doppia cifra.

In Italia, inizio anni 80 per esempio, i cosiddetti Bot People sbocciavano tranquilli nel weekend, sicuri di rendimenti annualizzati del 15-20%, ottenuti con Titoli di Stato Italiani trimestrali!

Ma oggi l’inflazione non è così alta come ai tempi, quindi guardare quella porzione storica è praticamente inutile. Le condizioni sono cambiate, la guardia del castello ci ha sgamato di nuovo.

Come salvarsi

Bisogna arrendersi al fatto che la vera difficoltà dell’investimento consiste nel fatto che la soluzione più semplice è anche la più noiosa.

Nessuno conosce il futuro, ma veramente non ci rimane che abbandonarci a quella famosa forza di fondo che nominavo ad inizio articolo.

Lo sviluppo, l’imprenditoria, l’ingegno umano vivrà sicuramente alti e bassi, ma forse sempre cercherà di trovare delle soluzioni ai problemi del mondo. Sorgeranno nuove aziende, la tecnologia progredirà ancora, il progresso rimarrà sostenuto.

E l’investitore, nel dubbio, senza cercare il cavallo vincente, può puntare su tutti i cavalli. Un caro, bello, noioso ETF azionario che punti su un indice diversificato mondiale potrà essere di conforto.

A proposito di soluzioni…. c’è da risolvere l’enigma del castello.

Ricapitolando, domande e risposte:

6 -> 3
8 -> 4
10 -> 5
12 -> 6
14 -> ????

Proviamo a scriverlo diversamente

SEI -> 3 lettere
OTTO -> 4 lettere
DIECI -> 5 lettere
DODICI -> 6 lettere
QUATTORDICI -> 11 lettere

Bisognava rispondere 11, perchè la parola QUATTORDICI contiene 11 lettere.

E, tra l’altro, la risposta era corretta solo per il mercato italiano….

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