La Cina cambia volto: spinta sui consumi

Cambiano gli scenari dell'economia cinese: la produzione vertiginosa rallenta e lascia spazio ai consumi interni. Come investire di conseguenza?

Negli ultimi anni la Cina ha abituato il mondo a crescite economiche a due cifre.

Ultimamente lo scenario sta cambiando: parliamo comunque di crescita impensabile per il mondo occidentale, ma rispetto agli anni scorsi il PIL cinese ha registrato un incremento minore.

E’ un trend in atto da almeno un paio d’anni, e sono in molti a pensare che anche negli anni a venire verrà confermato.

cina-andamento-pil-2015

Come vedete parliamo di cifre comunque sostenute, ma, si sa, le borse salgono o scendono in base alle aspettative e non sempre in base ai valori reali delle cose.

Per il 2016 e il 2017 si prevede un PIL intorno al 6%, che già comincia ad essere troppo stretto per una nazione che ha fondato le fortune degli ultimi decenni sulla produzione e le esportazioni.

Cosa sta accadendo in Cina e quali potranno essere i nuovi scenari, su cui eventualmente tentare di investire? Proviamo a fornire una nostra visione.

Meno esportazioni e più consumi

Il rallentamento in atto era inevitabile. Le caratteristiche demografiche del paese fanno si che ora la domanda interna cominci a delinearsi in maniera differente.

E’ stata abbandonata di recente la politica del figlio unico (ora le famiglie potranno avere 2 figli), perchè la crescita della popolazione era rallentata più velocemente del previsto. Anche l’età media è salita rispetto al recente passato.

Il PIL pro capite sta aumentando costantemente, e siamo di fatto davanti ad un paese che non può più considerarsi emergente.

cina-pil-pro-capite-2014

Statisticamente, una soglia limite oltre cui risulta difficile mantenere una crescita sostenuta è di 4000 USD pro capite. Il capolavoro di Ruchir Sharma, Nazioni in fuga. Alla ricerca dei prossimi miracoli economici, già contemplava questa situazione, quindi niente di anomalo.

Semplicemente, ogni investitore potrà focalizzare meglio gli investimenti nell’area cinese, privilegiando settori che negli anni a venire potrebbero registrare crescite sostanziali.

Sicuramente il settore dei consumi interni beneficerà di una popolazione che, dopo anni di durissimo lavoro nelle fabbriche e nella produzione, timidamente cercherà di godersi la vita.

Un ribilanciamento è già in atto, con uno spostamento di attività dal settore manifatturiero a quello dei servizi insieme con uno spostamento dagli investimenti ai consumi.

Basti verificare i dati del PIL reale nel settore dei servizi, che è passato al +8,3% nel IV trimestre 2015 (nello stesso periodo dell’anno precedente valeva +7,8%).

Di contro, rallenta lo storico settore manifatturiero: dal +7,3% del IV trimestre 2014 al +6,0% del IV trimestre 2015.

A testimonianza di questo cambio di rotta, l’indice PMI Servizi della Cina è ormai sopra la soglia di 50, al contrario di quello manifatturiero che è sotto tale soglia.

Come investire di conseguenza

Per cavalcare l’onda, scommettendo su un incremento sempre più accentuato della domanda interna cinese, è possibile utilizzare alcuni fondi specializzati nei consumi della Cina o dell’area asiatica in generale.

Tra i più famosi ci sono i seguenti

  • Fidelity Funds – China Consumer Fund A-Acc-USD – ISIN: LU0594300179
  • UBS (Lux) Equity Fund – Asian Consumption (USD) P-acc – ISIN: LU0106959298
  • Invesco Funds – Invesco Asia Consumer Demand Fund E Acc EUR – ISIN: LU0334857785

Ricordiamo che stiamo comunque parlando di fondi prettamente azionari, specializzati in ditte che operano nel settore dei servizi.

Per quanto settoriale, è chiaro che questa tipologia di investimento è correlata con i principali indici asiatici. L’investitore non può ritenersi al sicuro nel caso di crolli generalizzati, ma può sperare in un extra rendimento.

Può essere una scommessa importante, ma è raccomandabile impegnare solo una piccola quota del portafoglio complessivo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *