ETF a leva: 2 cose da sapere per scegliere bene

Ci sono 2 cose che è fondamentale sapere prima di investire negli ETF a Leva. Questo particolare strumento nasconde alcune insidie che è bene esaminare

Ci sono investitori che desiderano amplificare i profitti, investendo su strumenti a basso costo, che permettano guadagni maggiori: gli ETF a leva fanno parte di questa categoria di investimenti.

Ricordiamo che un ETF è uno strumento finanziario che permette la replica passiva di un indice (es. FTSE MIB, EuroStoxx 50, etc).

La leva finanziaria permette di amplificare (al rialzo o al ribasso) i rendimenti.

Fondendo i due concetti, e volendo fare un esempio, un ETF a Leva 2 sull’indice FTSE MIB si comporta nel seguente modo:

  • Se FTSE MIB guadagna l’1%, allora l’ETF guadagnerà il 2%
  • Se FTSE MIB perde l’1%, allora l’ETF perderà il 2%

E’ ovvio ricordare che amplificare i profitti significa anche amplificare le perdite!

Parliamo di strumenti da maneggiare con cautela e per coprire quote di portafoglio secondarie.

Punto 1: caratteristica fondamentale degli ETF a leva

Tutto quello detto finora nasconde un piccolissimo particolare, che è bene far notare.

In termini leggermente più rigorosi, cercando la definizione di ETF a leva nei vari siti specializzati, si legge quanto segue:

L’obiettivo dell’ETF a leva è ottenere un’esposizione giornaliera amplificata sia al rialzo che al ribasso dell’indice sottostante

Ciò significa che la leva si realizza solo a livello giornaliero e non su un orizzonte temporale arbitrario (magari il tempo per cui noi lo abbiamo in portafoglio).

Detto in altri termini, se in un anno l’indice sottostante realizza un +10% complessivo, non è assolutamente detto che l’ETF a leva 2 realizzi il 20%.

E questo ci porta al secondo punto.

Punto 2: quali sono i reali rendimenti?

E’ chiaro che un ETF del genere non può avere come sottostante un paniere fisico di azioni/obbligazioni. L’effetto leva è ottenuto tramite l’utilizzo di altri strumenti finanziari derivati.

Possiamo essere confidenti che, più o meno, in un giorno l’effetto leva sia garantito (non è comunque preciso al centesimo).

In un periodo più lungo, però, il rendimento finale sarà funzione di tutti i singoli rendimenti giornalieri. Proviamo a capire meglio con un esempio cosa succede.

Simulazione rendimento ETF in Leva 2x

In un caso del genere, ci si aspetterebbe che, alla fine del quarto giorno, il rendimento dell’ETF a leva sia pari a -3,98% (ovvero il doppio di -1,99%). Come vedete, non è così.

Queste anomalie di rendimento si verificano soprattutto durante le fasi di mercato laterale. Ci sono anche casi in cui, pur con l’indice in guadagno, l’ETF a leva ha un rendimento negativo.

A fronte di un trend definito (al rialzo o al ribasso), l’effetto leva tende in un certo senso a mantenersi, anche se con fattori moltiplicativi diversi.

Utilizzare gli ETF a leva solo per periodi brevi
Gli ETF a leva svolgono egregiamente il loro lavoro solo se mantenuti per tempi brevi, a fronte di un trend definito.

Vanno considerati solo in ottica speculativa, e non come strumenti core di portafoglio.

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